26 MARZO Accademia dei Concordi h.17.00CHOPIN

LUIGI PUXEDDU, violoncello
GIAMPAOLO STUANI, pianoforte

26 MARZO - Accademia dei Concordi h.17.00CHOPIN

LUIGI PUXEDDU, violoncello
GIAMPAOLO STUANI, pianoforte

PROGRAMMA

F. CHOPIN (1810-1849)

Introduzione e Polacca brillante per violoncello e pianoforte op. 3 Introduzione, Lento
Alla polacca, Allegro con spirito

Ballata n. 4 op. 52
in Fa minore per pianoforte (1843) Andante con moto

Sonata per violoncello e pianoforte op. 65
Allegro moderato,
Scherzo,

Largo,
Finale. Allegro

«Scrivo poco e cancello parecchio», confidò Chopin alla sorella, mentre era intento a comporre la Sonata op. 65 per violoncello e pianoforte. Era il 1845, e Chopin era ormai gravemente malato, oltre che solo e depresso dopo la fine della sua storia d’amore con George Sand. Ma, soprattutto, e non soltanto allora, Chopin si sentiva in difetto nello scrivere per qualcosa di diverso dal pianoforte: «Mozart abbracciava l’intero dominio della creazione musicale» scrisse a un amico a 24 anni «ma io ho solamente la tastiera nella mia povera testa. Io conosco i miei limiti, e so che diventerei matto se provassi a volare alto senza averne le capacità. Mi spingono al suicidio chiedendomi di scrivere sinfonie ed opere, e vogliono che io sia tutt’insieme un Rossini-Mozart-Beethoven polacco. Ma io rido dentro di me e rifletto che uno deve partire dalle piccole cose. Io sono solamente un pianista…». Sono parole che suonano di un’incredibile modestia, per chiunque conosca la forza avveniristica del suo talento, capace addirittura, sul finire della sua parabola creativa, di precorrere i tempi, anticipando l’impressionismo in musica. Però è un dato di fatto che Chopin camerista sia racchiuso in sparuti numeri d’opera, nella gran parte dei quali c’è il violoncello, probabilmente in nome di un’affinità caratteriale con uno strumento dall’umanissima voce cantante, e al contempo di strette amicizie con violoncellisti. Il primo fu il principe Anton Radziwill, a cui dedicò, neppure ventenne, il Trio op 8, e l’Introduction et Polonaise brillante op. 3; e poi ci fu il grande Auguste Franchomme, suo grande amico e dedicatario del Grand Duo sur des thèmes de Robert le diable (1831), e soprattutto della Sonata op. 65 (1845-1846). Un’opera in cui il pianoforte è spesso protagonista, anche se è altrettanto evidente la volontà di rendere equilibrato il dialogo tra i due strumenti tramite una scrittura sonatistica rigorosa, che peraltro non riesce a prevalere sui tratti stilistici più inconfondibilmente chopiniani, come il gusto timbrico, la liricità del dialogo strumentale e la capacità di sospendere il tempo senza perderlo mai, come accade in quegli attimi di stasi incantata, da autentico notturno, caratteristici del Largo centrale.

A regalarci l’incanto di Chopin, al fianco di Luigi Puxeddu ci sarà il valente pianista Giampaolo Stuani, concertista di fama internazionale, docente al Conservatorio di Mantova e protagonista di tanti concerti al Venezze, come solista e camerista.

Sign Up Today

Sign Up Today

Copyright © 2020 | Associazione Venezze IT80005290293